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American and Classic Cars Blog



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Aprile 2010




ASI solo per USA


Domanda

Spett.le American Drive, inutile dirvi che la vostra rivista è molto bella e che fa la differenza. Voglio sottoporvi un quesito. Visto che a quanto pare è finito il monopolio dell’ASI, non è possibile creare un altro organo simile che eventualmente possa dedicarsi solo alle nostre amate americane? Non sto parlando di un semplice club, ma di un ente che possa rilasciare le schede tecniche e tutta l’assistenza burocratica delle nostre amate automobili. Si potrebbe creare un gruppo di ispettori, veramente esperti in ambito auto americane, con un’efficace e più snella consulenza di servizi a noi dedicati. Quali presupposti e/o requisiti bisogna avere per realizzare tutto questo? Grazie. Distinti saluti e complimenti al direttore.
Silvano Mosca – Milano

Caro American Driver, la caduta del “monopolio ASI” è possibile solo per principio teorico. Dal punto di vista pratico, creare un'associazione o un ente alternativo che possa affiancare la Federazione di Torino, non è un progetto realizzabile. I paletti legislativi che creano un ostacolo insormontabile sono diversi, così come elencati chiaramente nel Ddl Berselli che aveva fatto imbestialire gli stessi organismi ASI, salvo poi essere modificato con delle piccolissime variazioni che hanno compiaciuto la stessa organizzazione che ne ha dato pieno appoggio. I correttivi, riguardavano cosucce da poco, ovvero piccoli requisiti che devono possedere queste nuove realtà che intendono occuparsi di veicoli storici. Per esempio, la nuova associazione dovrebbe riunire 60 club con almeno 100 iscritti ognuno (…), cosa alcune volte difficile anche per diversi club importanti d'Italia; unire più club talvolta è difficile per ovvie ragioni di sopravvivenza del proprio gruppo di appartenenza. Essere presente in almeno 10 regioni d'Italia, con un'operatività acquisita di almeno 3 anni. E per finire, come se quanto detto non sia già sufficiente, occorre il riconoscimento di organismi internazionali quali la FIA e FIVA. Ovviamente si tratta di un dispendio di risorse umane e finanziarie assolutamente di grande importanza, senza contare anche la difficoltà di reperire un congruo numero di ispettori che veramente siano in grado di valutare in modo molto competente ciò che gli venga presentato. Un chiaro esempio di come rendere le cose impossibili.

Illuminiamo la charger


Domanda

Gent.mo Sig. Concone, ho acquistato una Dodge Charger del ’69 ed ora devo andare al collaudo per l’immatricolazione. Siccome non voglio rovinare la bella fanaleria(soprattutto quella posteriore), ma devo mettere le frecce arancioni, mi può gentilmente indicare quali distanze devono avere le frecce per legge e se ci sono dei parametri da tenere conto per essere regolare? I fanali originali devono essere marchiati CEE o ci sono delle nuove disposizioni? Potete rispondermi anche via e-mail, grazie.
Marco R.

Caro American Driver, i fanali originali di una americana del '69 non possono essere marchiati ”CE”, anche perchè in quegli anni la Comunità Europea era ancora un sogno utopico di pochi. Detto questo, il problema sta nel fatto che se da una parte il Ministero ti concede di tenere i pezzi originali della tua auto, dall'altra pretende che questi componenti abbiano le caratteristiche e la funzionalità dei dispositivi attuali. Gli indicatori di direzione, comunemente chiamati “frecce”, devono tenere posizioni specifiche solamente quando si tratta di veicoli classificati mezzi d'opera o agricoli. Nel semplice caso di autovetture, non c'è una norma che preveda “al centimetro” la loro collocazione, ma il nostro buon senso dovrebbe suggerirci di posizionarle alle due estremità laterali, il più possibile visibili a chi ci circonda. Così come per gli indicatori laterali, che devono risultare ad una altezza idonea anche per chi dovesse affiancarci.




Traffico illimitato


Domanda

Spett.le redazione, possiedo un Renegade 5.0 del ’79 riconosciuto regolarmente come veicolo storico. Chiedo a voi una delucidazione, in quanto ormai ne ho sentite diverse sull’argomento. Con la mia auto posso circolare nei centri città dove ci sono limitazioni e il divieto alle auto euro zero? Qualcuno dice che occorre l’attestato di storicità rilasciato dall’ASI. Potete chiarirmi le idee? Ringrazio e mi complimento per la magnifica rivista.
Giulio Tricola – Paderno D.

Caro American Driver, la questione della circolazione dei veicoli storici è caotica e non cesserà di esserlo. Ti dirò di più: maggiormente ti informerai da questa o da quella persona, maggiore sarà pure la varietà di risposte che riceverai. Ma non ti preoccupare, è tutto normale. Non esiste una risposta uguale che possa essere giusta per ogni località d'Italia, infatti le normative sulla circolazione o sulle limitazioni alla circolazione dei veicoli all'interno dei centri abitati, sono di totale competenza dei sindaci. Abbiamo già avuto modo di sottolineare che se dovessimo attraversare paradossalmente l'Italia fuori dall'ambito autostradale (usando il tuo Renegade, ovviamente), ci toccherebbe consultare le disposizioni di ogni Comune sul nostro percorso per scoprire in quale fascia oraria vi siano delle restrizioni. Anche per questo motivo stanno spopolando le installazioni degli impianti GPL, le quali non solo permettono di risparmiare sul carburante e avere qualche agevolazione sulla tassa auto, ma permettono di far circolare il proprio veicolo anche in città ed in qualsiasi momento della giornata.

Una Camaro alla tedesca


Domanda

Carissimi di American Drive, ho importato una Chevy Camaro del ’79 dalla Germania e al collaudo mi hanno fatto storie per le gomme posteriori da 275 di larghezza, perché escono leggermente dai parafanghi. Com’è possibile che anche se nell’omologazione è nel libretto tedesco sono scritte queste misure me le possono contestare? Come posso fare a farglielo capire? Grazie.
Paolo C. - Rovigo

Caro American Driver, effettivamente sei di fronte ad un bivio esistenziale: macchina più grossa o pneumatici più piccoli? Scherzi a parte, in Italia ti vengono riconosciuti tutti i pneumatici riportati sui documenti tedeschi, compresi quelli in alternativa, con la sola prescrizione che la dimensione delle gomme non fuoriesca dalla sagoma del veicolo, intesa proprio come sporgenza dai parafanghi. Questa è una condizione imprescindibile affinchè tu possa anche circolare in regola sulle nostre strade. Condizione che anche in Germania dovrebbe essere rispettata e non si esclude che un errore di trascrizione ci possa essere stato anche nei documenti tedeschi. Non sarebbe assolutamente il primo caso.