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American and Classic Cars Blog



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Giugno 2010




Facciamo un esempio


Domanda

Spett.le Redazione di American Drive, ho letto sul numero di maggio che sono entrate in vigore nuove norme sulla regolamentazione delle auto d’epoca, o storiche che dir si voglia. Vi voglio porre un esempio. Supponiamo che io acquisti dagli Stati Uniti un’auto anni ’50, qual è l’iter burocratico per arrivare dalla targa estera a quella italiana? Posso sapere passo per passo i documenti che occorrono e tutta la procedura? Eventualmente anche i tempi che occorrono? Se risponderete pubblicando la lettera sono sicuro che sarebbe utile a molti appassionati come me. Grazie. Cordiali saluti e complimenti per la rivista.
Antonio Della Rovia – Pescara

Caro Antonio, arrivi proprio in un momento “tragico” per le auto storiche. Attualmente l'ASI è ferma da mesi per quanto riguarda le attestazioni delle caratteristiche tecniche necessarie per la nazionalizzazione in Italia. Dal mese di marzo infatti, non sono state più accettate pratiche di questo tipo, creando un ritardo immenso che andrà ad aumentare la già lunga tempistica precedente. Non sappiamo attualmente quando la situazione si sbloccherà, né tantomento quali saranno i tempi di attesa futuri. Possiamo però spiegarti i passi principali per arrivare a targare la tua auto, sempre che tu ti metta comodo. Per prima cosa dovrai presentare all'ASI il Title americano, la copia della bolletta doganale e della fattura (ocontratto) di acquisto del veicolo, unitamente alla domanda per l'ottenimento del Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica (questo il nome del nuovo documento). Inoltre, dovrai allegare una dichiarazione rilasciata da una ditta di autoriparazioni (una normale officina), che attesti quali siano stati gli interventi di ripristino o di manutenzione della vettura, nonché una tua dichiarazione dove attesterai la corretta conservazione del veicolo, indicandone addirittura il luogo e la modalità. Una volta ottenuto il Certificato di Rilevanza Storica, potrai presentare la richiesta di nazionalizzazione attraverso la Motorizzazione Civile. Nota molto importante: i veicoli immatricolati all'estero prima del 1960 devono essere sottoposti a collaudo (prima dellimmatricolazione) non più alla Motorizzazione Civile, ma bensì al CPA competente (Centro Prove Autoveicoli). Ottenendo poi targhe e carta di circolazione potrai iscrivere la tua macchina al PRA, usufruendo dei benefici dell'IPT ridotta per le auto storiche. In alternativa c'è sempre la Germania che in poco tempo esaudisce i tuoi desideri. Basta sfregare la lampada...

Targa estera


Domanda

Salve, mi chiamo Luca e scrivo dalla provincia di Lecco. Ho comprato una Chevrolet Camaro del 1971 e volevo sapere se in attesa dell’immatricolazione italiana posso circolare assicurando la targa estera, perché so che qualche agenzia offre queste polizze. Adesso la Camaro ha la targa del Connecticut, ma la mia domanda è: si può assicurare per un anno dall’arrivo dell’auto? Dalla data dei documenti di arrivo dell’auto in Italia, o vale un anno dal momento in cui si stipula la polizza? Se dopo passato un anno io assicuro la targa estera con un'altra compagnia si può fare? Potete gentilmente chiarirmi meglio questo aspetto? Quali coperture offrono questo tipo di polizze? Con queste assicurazioni posso circolare anche all’estero, visto che abito vicino alla Svizzera? Grazie, siete forti!
Luca B. – Merate (LC)

Caro American Driver, può essere che mi sbagli ma intravedo un velato desiderio di trovare un'alternativa alla procedura di nazionalizzazione. Oppure, detta in altre parole, una fuga disperata. L'aspetto assicurativo è un argomento importante che spesso può essere di aiuto per per poter utilizzare il proprio veicolo mentre si fanno i conti con la burocrazia italiana. La circolazione con le targhe estere nel nostro paese, è ammessa per un tempo massimo di un anno dall'entrata del veicolo in Italia. Certo è che non è sufficiente possedere solo le targhe, ma è indispensabile effettuare anche una polizza RC italiana o estera, senza alcuna limitazione territoriale. Passata questa annualità occorre nazionalizzare il veicolo o tenerlo a riposo. In Italia troverai (seppur con qualche difficoltà) compagnie che ti assicurino le targhe estere, ma non ne troverai nessuna che ti rinnovi la polizza una volta scaduta, in quanto proprio il Codice della Strada non permette la circolazione dopo tale termine. Le compagnie estere di solito richiedono che il contraente abbia la residenza nel loro paese, ma in ogni caso sarebbe inutile andare alla ricerca di una polizza che comunque troverebbe come ostacolo la circolazione stessa del veicolo. La tua fuga dall'immatricolazione italiana, non potrà durare a lungo, ma ricordati che spesso i problemi si superano attraversandoli...




HHR open air


Domanda

Spett.le American Drive, sono uno dei pochi possessori in Italia di una Chevrolet HHR, importata da nuova nel 2006 dagli Usa, con motore 2,4 litri e in versione LT. Visto il tipo di auto in stile “surf”, mi piacerebbe far installare uno di quei tetti apribili e scorrevoli in tela. L’unico problema è che nel libretto c’è scritto “carrozzeria chiusa”, ma mi pare che da diversi anni si possono montare i tetti apribili come accessorio, senza portare l’auto al collaudo. Voi che cosa mi consigliate?
Lorenzo Matopoli – Sesto Fiorentino (FI)

Caro American Driver, mi piace la definizione “stile surf” della tua HHR. L'idea di mettere invece un tetto in tela non mi convince assolutamente, se vogliamo usare un'espressione piuttosto morbida. Ma dal momento che la macchina non deve piacere a me, e che il mio giudizio è del tutto marginale, passiamo alle cose che contano: piace alle ragazze? Scherzi a parte, diciamo che questa modifica implica anche un aspetto legato alla sicurezza del veicolo. Non dimentichiamoci che il tetto è una parte di assoluto rilievo per quanto riguarda la struttura di tutta la macchina. Se infatti dovessimo sezionare la parte superiore di un veicolo con carrozzeria chiusa, questi potrebbe piegarsi repentinamente su sé stesso, rendendolo pressochè inutilizzabile su strada. Gli accessori che vengono montati dalle case costruttrici, rispondono a precise omologazioni, frutto di studi molto dettagliati sulla stabilità dell'intelaiatura. Non ci si deve mai avventurare in una modifica di questo tipo senza avere un nulla osta della casa costruttrice, le dichiarazioni di omologazione del pezzo, e ovviamente un montaggio a perfetta regola d'arte. Quello che più conta quindi, non è l'andare al collaudo oppure no, ma semplicemente la fattibilità di tutta la modifica. Rivolgiti alla Chevrolet esponendo il tuo desiderio, se dici che lo fai per le ragazze magari ti danno una mano.

Targhe incidentate


Domanda

Caro American Drive, ho subito un incidente con la mia Corvette dell’86, …ho tamponato una macchina che ha frenato di colpo per un gatto ed un’altra auto mi ha tamponato a sua volta. Nella sfortuna ho avuto la fortuna di non essermi fatto nulla e adesso la Corvette è stata riparata con non pochi soldi. Ora la macchina è quasi finita e con la carrozzeria lucente le targhe italiane tutte piegate e rovinate, sia quella anteriore che quella posteriore, stanno veramente male. Esiste la possibilità di richiedere un duplicato? Per avere le targhe nuove cosa bisogna fare e quanto costerebbe? Ringraziando porgo i miei saluti.
Mirco Galbiati – Milano

Caro America Driver, leggendo la tua lettera non possiamo far altro che chiederci: ma che fine ha fatto il gatto? Sei rimasto intrappolato in un sandwich poco gustoso, ed ora le tue targhe sono ridotte uno schifo, ma niente paura. Dato che hai appena finito di pagare il carrozziere, tieni a portata di mano il portafogli, e recati presso un ufficio della Motorizzazione, o uno del PRA, o in un'agenzia di tua fiducia. Porterai con te entrambe le targhe, la carta di circolazione ed il certificato di proprietà; nel giro di un quarto d'ora potrai avere tutti i documenti e le targhe nuove, ovviamente con un'altra numerazione. In Italia infatti non è possibile duplicare una targa in quanto le stesse vengono prodotte presso il Poligrafico dello Stato che le stampa in serie. Dovrebbero interrompere il sistema di stampa con numerazione progressiva per produrre un duplicato, e ciò non è praticamente possibile. Ricordati di comunicare alla tua compagnia di assicurazioni la nuova numerazione e poi potrai montare le tue nuovissime targhe, pronte per il prossimo gatto (nero). Il costo? Un paio di buoni sandwich...