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American and Classic Cars Blog



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Ottobre 2011




Immatricolazione auto americana


Domanda

Spett le redazione American Drive,
sono appena entrato in possesso di una ford mustang convertibile del 1967 già in Italia ma targata California. Ho il Title e i documenti di sdoganamento e l'auto mi sembra perfetta. A questo punto dovrei fare l'immatricolazione italiana. Mi conviene farlo direttamente in Italia o passare tramite la Germania? Si può agire autonomamente o risulta "impossibile"? eventualmente sapreste indicarmi qualche agenzia "ottimale"? Vi ringrazio anticipatamente per l'interessamento. Cordiali saluti.

Dr Bruno Brevi - Parma

Caro American Driver, la convenienza di per sè è un fatto soggettivo. E' vero che quando si tratta di soldi il discorso è matematico, ma quanto ti "convenga" aspettare per poter usare la tua auto, è una scelta che solo tu puoi fare. Sono due le vie che puoi affrontare per nazionalizzare la Mustang: o scegli di iscrivere l'auto all'ASI, oppure decidi di immatricolarla temporaneamente in Germania, per poi convertire i documenti in Italia. Come abbiamo avuto modo di illustrare nei precedenti numeri, la procedura ASI è quella che permette di risparmiare una discreta somma di denaro. Logicamente il risparmio va integrato investendo del tempo per la preparazione della pratica ASI. C'è da presentarsi ad un Club federato ed effettuare l'iscrizione annuale, preparare di tutto punto la macchina, fare le foto, compilare la scheda con i dati tecnici, accordarsi con una officina meccanica che dovrà attestare il funzionamento dell'auto, portare il veicolo al controllo, e poi attendere un bel po' di mesi. Sempre che tutto prosegua senza intoppi. Spesso l'insidia che si nasconde dietro questa procedura, è nella leggerezza di molti appassionati che prendono sotto gamba la certificazione ASI, pensando di poter iscrivere il proprio veicolo indipendentemente dalla sua effettiva originalità o stato conservativo, ritenendo sufficiente il compimento dei venti anni di età dell'auto e di una discreta manutenzione. Le condizioni del veicolo sono estremamente importanti, e i controlli sono decisamente scrupolosi; per questo motivo si deve possedere una vettura "doc" se non si vuole solamente perdere del tempo. Pneumatici maggiorati, colori sgargianti, assetti modificati, gruppi ottici "europeizzati" (giustamente) per la circolazione in Italia, sono tutti ottimi motivi per non riconoscere l'attestato di storicità. Parimenti, se i requisiti dovessero essere rispettati in toto, questa sarebbe certamente la via meno onerosa, e anche quella che ti permetterebbe di accedere in automatico a tutte le riduzioni di polizza assicurativa e di bollo, dal momento che la storicità sarebbe annotata fin da subito sulla carta di circolazione italiana. Tutto quanto sopra, al "prezzo" di un'attesa non proprio brevissima. Se si è disposti ad aspettare mesi, allora la soluzione ideale è rappresentata dall'ASI 8ovviamente stiamo parlando di veicoli di almeno vent'anni). L'alternativa (anche se riduttivo chiamarla così), arriva dal percorso tedesco o austriaco. In genere si parla solo di Germania in quanto l'Austria non dà le stesse garanzie a livello documentale, basta considerare che il 90-95% delle immatricolazioni temporanee viene svolto in territorio tedesco anzichè austriaco. La procedura di "targatura" in uno di questi due paesi, permette di ottenere la documentazione tecnica necessaria da presentare alla Motorizzazione italiana, altrimenti non reperibile presso altre fonti. L'immatricolazione tedesca fornisce alcuni vantaggi: è una soluzione rapida, sicura, e permette di "sistemare" alcuni aspetti tecnici non certificabili dall'ASI. Pensiamo, oltre a quelli già citati in precedenza, anche ad impianti gpl, presenza di ganci traino, kit sportivi, ecc... Magari queste modifiche non riguardano propriamente le Mustang, ma sicuramente la gamma delle caratteristiche omologabili è pressochè infinita. Ovviamente il costo è decisamente diverso, anche perchè il proprietario del veicolo non ha nessuna incombenza a suo carico, poichè anche la relazione tecnica viene effettuata da un ingegnere tedesco. In presenza del Certificato di Rilevanza Storico Collezionistica dell'ASI, oppure dei documenti tedeschi, ci si può recare presso la Motorizzazione per chiedere la nazionalizzazione. Svolgere queste pratiche autonomamente, è anche questa una scelta. Bisogna avere nel proprio bagaglio personale un'ottima dose di pazienza e diverso tempo da dedicare agli uffici dello Stato, nonchè una buona dimestichezza con la compilazione di modulistica e stampati. Certo, tirando le somme si potrebbe anche risparmiare con il "fai da te" (sempre che non si converta il tempo speso, in denaro), ma ho anche visto diversi veicoli parcheggiati per anni nella snervante attesa di soluzioni burocratiche. Purtroppo non possiamo dare indicazioni su dove rivolgersi o se sia più indicata un'Agenzia piuttosto che un'altra. Magari puoi seguire il consiglio di qualche amico o appassionato di tua conoscenza che ha già avuto esperienza con qualche operatore del settore.



Manovra finanziaria.

E' di sabato 17 settembre (quale numero poteva incarnare al meglio una manovra finanziaria....) la data di entrata in vigore di una serie di nuovi aumenti che toccano anche il settore auto. La stangata ricade su tutti, dai commercianti ai privati acquirenti, e non sono assolutamente pochi i margini di guadagno dello Stato. Innanzi tutto l'aumento dell'IVA, che sposta l'aliquota dal 20 a 21%. Perciò, se importerete un veicolo direttamente dagli USA, al momento dell'arrivo in dogana dell'auto potreste vedere lievitare la tassa di centinaia di euro (in funzione ovviamente del valore dell'auto). Nulla invece cambia per gli acquisti in Germania (o in altro Paese europeo) da parte di un soggetto privato: l'IVA tedesca è al 19%, e sarà già compresa nel prezzo di acquisto, sempre che l'auto sia usata (per le nuove occorre sempre il versamento dell'IVA in Italia). Per chi fa del commercio di auto la propria attività, invece, regolarizzerà sempre l'IVA in Italia, indipendentemente se l'acquisto avverrà da privato o da un altro rivenditore. Il maggior gettito nelle casse dello Stato, dovuto all'innalzamento dell'aliquota, non è stato sufficiente a scongiurare un secondo grande aumento sulle spalle degli automobilisti, quello relativo all'Imposta di Trascrizione. La cosìdetta IPT, non è altro che la responsabile dei maggiori costi relativi ad immatricolazioni e trasferimenti di proprietà in ambito nazionale. Vediamo cosa è cambiato dal 17 settembre. Se prima il soggetto privato che comprava un veicolo in USA o in Svizzera, importandolo tramite bolla doganale e assolvendo l'IVA al momento dell'ingresso in Italia dello stesso, aveva diritto al pagamento dell'IPT in misura minima, adesso, al Governo non interessa più che si siano già pagate due tasse (non dimentichiamoci del dazio!), ma chiederà di corrispondere l'Imposta di Trascrizione in misura proporzionale ai kilowatt effettivi del motore. Dal momento che questa tassa viene aumentata di kilowatt in kilowatt a partire da 53, capirete che una qualsiasi auto americana subirà un aumento vertiginoso rispetto a quanto in essere precedentemente. Le Province hanno inoltre facoltà di deliberare una percentuale di aumento rispetto ad un minimo imposto dallo Stato. In alcune zone d'Italia infatti, i più fortunati si trovano con una IPT minima di 150,00 euro, mentre in altre parti si paga da 196,00 euro a salire. Per darvi una misura di quella che può essere la differenza di versamento tra ieri e oggi, possiamo prendere ad esempio il caso di una Corvette, avente 253 kw. Se fino al 16 settembre si poteva iscrivere il veicolo pagando al PRA una IPT di 196,00 euro (prendiamo il valore più alto del territorio nazionale), poichè si usufruiva dell'importo fisso esibendo la bolletta doganale, a parità di provincia con la manovra fiscale se ne pagheranno ben 1154,00! Più di 950,00 euro di aumento per una singola formalità! La stessa cosa avverrebbe indipendentemente se il veicolo transitasse dalla Germania o da altro Stato europeo. Di fatto viene cancellata l'agevolazione che consentiva il pagamento della tassa in misura fissa, colpendo anche i commercianti che vendono un veicolo a loro intestato, sia che esso sia immatricolato in Italia o all'estero. Un'ulteriore morsa che si stringe quindi anche sul mercato dei veicoli nazionali, mettendo ancora più in crisi un settore sempre più bersagliato, se contiamo assicurazioni, bolli, spese di intestazione, benzina, autostrade, revisioni, e redditometro. W l'Italia.