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American and Classic Cars Blog



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Maggio 2013




Cambio targa o cambio stato?


Domanda

Egregio Sig. Concone, leggo sempre attentamente i Suoi preziosi consigli che riguardano l'ingarbugliato mondo delle auto e della burocrazia. Forse perchè più di altri sono così attento nel seguire le regole, che alla fine mi sono reso conto che questo deve essere per forza il paese dei furbi. Sto dicendo che in Italia se non sei furbo non sopravvivi e finisci sempre per fare la fine del topo col gatto. Ho comprato tempo fa una Mustang, una El Camino e una Challenger, pagandole il giusto e ritrovandomi di punto in bianco a fare i conti con superbolli usciti dal nulla, con possibili controlli fiscali che sono solo una gran perdita di tempo per quel che mi riguarda. La soluzione che mi hanno prospettato da più parti era quella di fare l'immatricolazione all'estero, in pratica di fare il furbo. Ma allora mi sono detto che se sono stufo di questo sistema, di questi metodi dittatoriali e di questa burocrazia da terzo mondo, faccio prima a cambiare io e andare ad abitare in Svizzera o in Germania, visto che parlo benissimo il tedesco. Volevo sapere se dal suo punto di vista esistono altri problemi che potrei avere per portarmi le macchine all'estero, e cosa dovrei fare per chiudere le mie posizioni in Italia senza lasciare nulla di sospeso. Attendo una sua gentile risposta e continua a seguire la sua rubrica. Un cordiale saluto.
Angelo

Caro American Driver, la tua lettera ci tocca profondamente, perchè comprendiamo tutto il tuo sconforto. Anche se qualcuno sicuramente dirà "li vorrei avere io quei problemi", riferendosi alle tue auto e alla possibilità materiale o economica di poter "cambiare aria", quando si lascia la propria nazione, i propri affetti, le proprie terre, i propri amici, è una cosa che non può non lasciare un segno negativo nell'animo di una persona. La tua possibile migrazione in terra svizzera o tedesca, deve tener conto che le due realtà sono molto differenti tra loro, e ovviamente stiamo parlando solamente dal punto di vista automobilistico. La Germania è Comunità Europea, la Svizzera no. Questo significa che quando introduci un veicolo in un paese extra Cee, devi assolvere gli obblighi doganali, il che vuol dire pagare IVA e dazio sul valore dichiarato dell'auto. Forse molti si dimenticano di questo aspetto, pensando che la dogana sia un obbligo da adempiere soltanto quando un veicolo arriva dalla lontana America, ma così non è. Sebbene esistono molti accordi bilaterali che avvicinino i due Stati (quasi a rendere i loro rapporti sulle stesso piano di quelli tra paesi comunitari), economicamente le barriere rimangono ancora piuttosto alte. Per chi si trova nei pressi dei valichi più importanti del confine italo-svizzero, si può rendere conto facilmente dei controlli a cui sono sottoposte le merci in transito. Il discorso non cambia per le automobili al seguito dei privati che si trasferiscono in terra elvetica, anche se, una volta sottoposti alle formalità doganali, non saranno più vessati da tasse ai limiti dello strozzinaggio, oppure oggetto di strani calcoli redditometrici, o discriminati come la più infima delle auto da rapina. Prima di immatricolare un'auto all'estero però, occorre innanzi tutto cancellare la sua posizione in Italia, affinchè si possa ufficializzare l'esportazione e quindi cessare l'obbligo del pagamento della tassa automobilistica. Una volta ottenuti i documenti di radiazione (differenti a seconda se ti tratta o meno di una esportazione per la Comunità Europea), si potrà immatricolare la macchina all'estero. Diverse sono le procedure tra Svizzera e Germania (sicuramente più semplice la seconda), ma ti accorgerai quanto sarà più facile, economico e veloce rispetto all'Italia. In Svizzera non esistono le Agenzie di Pratiche Auto, così come le equivalenti Delegazioni Aci, mentre in Germania ci sono uffici che si occupano più che altro di modifiche tecniche, targhe doganali, o rilascio di documenti per i veicoli che lasciano la Germania, diretti in altri Paesi. Scoprirai che non dovrai accendere un'ipoteca sulla casa per fare il passaggio di proprietà di un'auto, oppure che il costo di mantenimento di un'auto è l'equivalente di quanto si pagava in Italia qualche decennio fa, e che se vuoi montare una misura di gomme differente da quella di serie, nessuno ti guarderà con sospetto. Ti mancherà il tuo Paese, ma forse troverai un po' più di giustizia.

Intestare il veicolo alla società sportiva


Domanda

Gentilissima Redazione di American Drive, siamo un'Associazione Sportiva Dilettantistica con sede in provincia di Latina. Stavamo valutando l'acquisto di un pick up americano che abbiamo trovato d'occasione dal nostro meccanico di fiducia, che è un appassionato e vostro assiduo lettore. Abbiamo seguito il suo consiglio e ci rivolgiamo a voi per chiedere se ci possono essere problemi per l'intestazione del mezzo alla nostra società sportiva. Abbiamo chiesto un po' in giro ma c'è chi dice una cosa e chi ne dice un'altra. A noi servirebbe un pickup per portare sia delle attrezzature che delle persone, ma ci dicono che essendo una società sportiva non possiamo farlo. Prima di fare un acquisto sbagliato volevamo chiedere informazioni più precise. Grazie e distinti saluti.
A.S.D. Titan

Vi ringraziamo per la Vostra lettera, e speriamo diventiate anche Voi nostri assidui lettori. Il piccolo garbuglio che può esserci intorno al Vostro caso, deve essere analizzato con due punti di vista differenti: da un lato il discorso dell'intestazione, dall'altro quello della circolazione. Da un punto di vista giuridico, le Associazioni Sportive (anche quelle dilettantistiche), hanno tutti i diritti per intestarsi ed usufruire di autovetture ed autocarri, come se fossero società o soggetti privati. La condizione principale è che siano in regola con le dovute iscrizioni, che possiedano uno statuto, che sia stato eletto un presidente tramite una regolare assemblea dei soci (verbalizzata), e che, non ultimo, sia in possesso di una partita iva o codice fiscale. Se l'Associazione disponesse di tutte le suddette caratteristiche ma fosse priva soltanto della partita iva o del codice fiscale, non potrebbe tecnicamente intestarsi il veicolo, poichè questo è un dato vincolante che si rende utile anche per controlli incrociati dell'anagrafe fiscale. Ricapitolando quindi la documentazione necessaria, dovrete esibire: copia dello statuto, copia del verbale di assemblea di nomina del presidente, copia del certificato di attribuzione partita iva (o codice fiscale), e copia del documento d'identità del presidente. Altro discorso riguarda la circolazione del veicolo appartenente all'Associazione Sportiva. Sappiamo tutti come funziona in ambito dilettantistico, chi vuole dare una mano, è ben accetto; ecco che quindi che spesso le mansioni sono divise tra chi ha il tempo e la voglia di prestare la sua opera, chi un giorno uno, chi l'altro; così può capitare che una volta il pick up lo guidi il presidente, un'altra volta suo fratello, la volta seguente l'amico, e poi il pensionato che viene a dare una mano. Questo è uno dei "pericoli" a cui si può andare incontro, cioè che il veicolo sia condotto da persone non strettamente riconducibili all'Associazione, e quindi teoricamente sanzionabili a norma del Codice della Strada. L'aggravante potrebbe essere rappresentata dal fatto che si tratti di un autocarro (destinato al trasporto di attrezzature), quindi soggetto ad una maggiore attenzione da parte delle Forze dell'Ordine. Maggiormente per gli autocarri, gli occupanti dovranno dimostrare in modo oggettivo di far parte dell'attività sportiva dell'Associazione; se il presidente non avrà problemi ad esibire il verbale di nomina, per gli altri si prospettano "battaglie" verbali ad ogni controllo. C'è comunque da valutare l'utilizzo reale del bene in conformità con l'oggetto sociale dell'Associazione Sportiva. Se effettivamente lo sport è l'attività principale del soggetto intestatario, si dovrà oggettivamente dimostrare l'effettiva necessità di utilizzare un autocarro destinato al trasporto cose.




Libretto di uso e manutenzione


Domanda

Sono un collezionista d'auto d'epoca, ne possiedo cinque. Devo passare come auto storica una firebird del 1993, ho tutti i documenti e ho gia' fatto le foto per l'A.S.I. ma l'inconveniente è che con le nuove disposizioni, l'A.S.I. chiede le fotocopie del libretto di uso e manutenzione del quale ne sono sprovvisto, e quindi la mia pratica è ferma. Secondo la Vostra esperienza come posso entrarne in possesso per poi continuare l'iscrizione? Potete aiutarmi anche spedendomi per posta delle fotocopie? Vi ringraziamo anticipatamente, pur sapendo che il compito è arduo.
Giuseppe Bressan – Pomezia

Caro American Driver, abbiamo fatto il callo ad avere sempre qualche notizia negativa nel mondo delle quattro ruote, ma sinceramente non mi risultano "nuove disposizioni" dell'ASI in questo senso. C'è la possibilità che vengano richiesti i libretti d'uso delle auto nei casi in cui ci siano delle palesi incongruenze, inesattezze o incompletezze dei dati riportati sulla carta di circolazione (italiana o estera) o su quanto dichiarato dal richiedente sul modulo compilato, ma siamo in ogni caso a situazioni limite, laddove anche gli esperti ASI avessero delle lacune o non riuscissero a trovare nulla nei loro archivi. Sappiamo benissimo che le auto provviste di ogni libretto d'uso dell'epoca sono quasi una rarità, il più delle volte la presenza di questi documenti costituisce un vero e proprio valore aggiunto al veicolo. Sappiamo anche di quanti e quali problemi sorgono quando si tratta di ottenere documentazione originale d'epoca (in molti casi veramente irreperibile). Pare molto strano quindi che l'ASI abbia adottato una linea così rigida nei confronti di una Firebird, che per quanto possa essere un oggetto "sconosciuto" ai più, è pur sempre un oggetto che dovrebbe essere molto conosciuto all'ASI. Verifica attentamente le loro richieste con il club federato a cui hai fatto riferimento, sicuramente ci sarà stato un malinteso.