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American and Classic Cars Blog



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Alzi la mano chi non ha mai pensato di importare un'auto dall'estero!


È un sogno che spesso per molti non si avvera, non tanto per l'aspetto economico (leggasi cambio valuta), che mai come in questi tempi gioca clamorosamente a nostro vantaggio, quanto piuttosto alla giungla burocratica in cui bisogna addentrarsi e che sovente lascia disorientati persino gli “addetti ai lavori”. Ad infoltire la “giungla”, ci si mette anche chi, senza nessuna esperienza in merito, elargisce consigli su blog o siti internet, solamente per “sentito dire” o andando per istinto. Le acque sono già torbide così, non cerchiamo di inquinarle ancora di più. Ad onor del vero c'è da aggiungere che molto spesso, pur in presenza di una normativa chiara, la confusione viene comunque creata da due fattori principali: l'interpretazione e l'applicazione soggettiva. Ergo, se una legge non viene interpretata da tutti allo stesso modo, ognuno l'applicherà in modo diverso. Ecco la vera piaga, o se volete, alcune volte la nostra “fortuna”…

Senza addentrarci in un discorso specifico come quello normativo, proviamo ad esaminare quali sono gli aspetti più importanti da considerare per poter NAZIONALIZZARE (si, è questo il termine esatto!) un veicolo. Ne consideriamo primari almeno cinque:

  • Prezzo e cambio
  • Trasporto
  • IVA e dazi
  • Immatricolabilità in Italia
  • Storicità del veicolo

L'ordine di importanza datelo voi, in base alle vostre priorità o possibilità, ma certamente non potete pensare di ignorare anche uno solo di questi fattori, qualora fosse nelle vostre intenzioni importare un veicolo dall'estero.

Facciamo una considerazione importante, che potrebbe anche cambiare l'ordine che attribuite agli aspetti citati sopra: i veicoli americani non si trovano solo in America, ma per la maggior parte di noi, acquistare un veicolo americano significa andare necessariamente con la mente (e talvolta anche con la propria persona), direttamente negli States, con le difficoltà che tutti conosciamo. Ma sappiamo altrettanto bene che in Europa ci sono mercati molto interessanti che ospitano al loro interno delle “american wheels” (tanto per stare in tema) di tutto rispetto. Parlo di Inghilterra e soprattutto di Germania. Mercati che forse risultano meno appetitosi per quanto riguarda il discorso prezzo, ma che fanno tanto risparmiare in termini di praticità, di tempistica o di documentazione.

So che alcuni di voi storceranno il naso pensando alle repliche provenienti da questi paesi; ebbene, non è a questo che mi riferisco. Posto comunque che ci sono delle ottime repliche (io stesso ne possiedo una), che spesso hanno poco da invidiare agli originali; ma la questione va intesa secondo cui in questi paesi viene immatricolato un po' di tutto, col favore delle leggi (o forse bisognerebbe dire delle “non-leggi”) che permettono di far circolare quasi tutto ciò che abbia quattro ruote. Da qui la possibilità e la facilità di importare, immatricolare e quindi rendere circolanti, dei veicoli che in Italia troverebbero mille difficoltà. Ecco che si rendono disponibili su mercati a noi più accessibili molti pezzi provenienti da Oltreoceano: Buick, Cadillac, o le più recenti Hummer, le Dodge, e così via. Anche se a volte soffrono in fatto di qualità e/o di conservazione. Non me ne vogliano gli importatori italiani (che molto faticano a vendere i loro veicoli in un settore così difficoltoso), questo non è uno spot per l'importazione fai-da-te, ma capiranno anche loro che tra i nostri lettori cresce la voglia di sapere e di capire ogni cosa in prima persona, specialmente quando si tratta di un amore come quello verso le auto. Molti importatori di auto americane infatti hanno orientato negli ultimi anni il loro raggio d'azione verso Inghilterra e Germania, importando direttamente da questi Stati i veicoli from U.S.A. Vi chiederete quale convenienza ci sia per un importatore scegliere tra un mercato molto ridotto rispetto a quello americano, ma ci dovremmo addentrare in un discorso piuttosto articolato che affronteremo sicuramente nei prossimi numeri. Vi anticipo solo che spesso i veicoli provenienti dalla Germania sono solamente transitati in quello Stato, per poterne facilitare la nazionalizzazione italiana. E perciò di fatto i veicoli sono in tutto e per tutto americani con la A maiuscola.

Sebbene le leggi italiane continuino a stringere la morsa intorno al commercio dei veicoli esteri, gli importatori del nostro Paese crescono piano piano. Molti sono pressoché “clandestini”, visibili e operanti solo a mezzo internet, ma non per questo meno esperti o sprovveduti, anche se spesso sono ai limiti della legalità. Altri invece hanno allargato la loro già avviata attività sfruttando anche il momento favorevole dovuto al cambio euro/dollaro, che ha permesso di investire di più (o con più tranquillità) verso gli Stati Uniti. Importatori che la nostra rivista appoggia e accoglie a braccia aperte, come in primis quelli ufficiali, purché seri. A poco a poco il mercato cresce insieme agli importatori: le informazioni viaggiano veloci, la pubblicità, internet, le riviste come la nostra... tutto aiuta a rendere realizzabile il nostro sogno. D'altro canto, sono molte le cose da sapere e come si diceva all'inizio, troppe nozioni sono confuse e spesso travisate. Noi di American Wheels Magazine ci siamo proposti di aiutarvi ad affrontarle e a capirle insieme, tutti i mesi con questa nuova rubrica, approfondendo ogni volta un argomento diverso, anche secondo i vostri suggerimenti e rispondendo alle vostre domande. Perché Wheels On Paper la farete voi con i vostri quesiti di varia natura burocratica.




cinture di sicurezza auto storiche

Cinture di sicurezza auto storiche


Domanda

Spett.le redazione di American Wheels, per cominciare faccio i miei complimenti alla redazione per la rivista, veramente ben fatta e curata. Poi volevo chiedervi un'informazione sulle cinture di sicurezza. Ho acquistato recentemente una Corvette del 1968 che stranamente è sprovvista di cinture di sicurezza. Dovendo andare al collaudo per l'immatricolazione mi chiedevo se vige l'obbligo di installarle, anche se i veicoli storici sono esenti all'utilizzo quando si circola. Grazie.
Distinti saluti.
Gian Marco Torchi Magi da Latina

Ciao Gian Marco, e grazie per i complimenti. Cosa significa che la tua Corvette è sprovvista di cinture di sicurezza? Qualcuno le ha rubate o non ci sono proprio gli ancoraggi? È importante saperlo perchè i veicoli immatricolati anteriormente al 1976, hanno l’obbligo dei sistemi di ritenuta, solamente se all’origine predisposti, mediante appunto l’installazione degli ancoraggi. Per i veicoli immatricolati successivamente al 15 giugno 1976, l’obbligo è invece indiscutibile, sia anteriormente che posteriormente. Ora, posto che debba assicurarti che non esistano tali dispositivi, ti consiglio indipendentemente di farti montare delle cinture omologate, non soltanto per avere la sicurezza del collaudo, ma per avere la sicurezza della tua persona durante la guida. Ricordiamoci bene che i veicoli anziani sono stati costruiti con ben altri criteri rispetto a quelli attuali, e che i criteri di velocità e di impatto presi in considerazione negli anni sessanta, non possono darci attualmente la sicurezza della nostra persona.

cinture di sicurezza auto storiche

Scheda tecnica: quando arrivi?


Domanda

Spettabile e spettacolare American Wheels, voglio chiederVi un parere. Siccome ho richiesto la scheda tecnica all'ASI per la mia Corvette Stingray e sono passati già più di tre mesi, Voi sapete quanto tempo ci vuole per arrivare? All'ASI non mi hanno saputo dare una tempistica precisa. Generalmente quanto tempo ci va dalla richiesta alla consegna? Vi seguo sempre, siete sempre più grandi ogni mese che passa!
Francesco - Legnano (Mi)

Certo che siamo grandi, abbiamo dei grandi lettori! Ti ringraziamo per i complimenti e per l’aggettivo "spettacolare" che usi nei nostri confronti. In realtà quando si lavora sodo, come si fa qui in "American Wheels", ci si preoccupa di soddisfare il lettore sotto qualsiasi profilo, anche se devo dire che la spettacolarità era forse un aspetto che ci era sfuggito. La tua Stingray non dovrà ancora riposare per molto tempo. Purtroppo tu hai dimenticato il primo comandamento in caso di pratiche, burocrazia e ASI: avere pazienza. Sono d’accordo con te nel sentirti in qualche modo frustrato ed impotente nell’attendere quel pezzo di carta, ma in Italia funziona tutto così, e l’ASI non è certo un’isola felice. Per mia esperienza ti posso indicare in circa tre mesi i tempi di emissione della scheda tecnica; se però hai dovuto fare preventivamente l’iscrizione al club storico, può essere che i tempi si allunghino di un altro po’. Come capirai non ci sono delle tempistiche precise e molte volte dipende dal flusso di lavoro concomitante. Cerca di avere pazienza e nel frattempo cerca di distrarti con le pagine di American Wheels.




cinture di sicurezza auto storiche

Gomme che non lasciano traccia


Domanda

Spett.le redazione di American Wheels, per cominciare faccio i miei complimenti alla redazione per la rivista, veramente ben fatta e curata. Poi volevo chiedervi un'informazione sulle cinture di sicurezza. Ho acquistato recentemente una Corvette del 1968 che stranamente è sprovvista di cinture di sicurezza. Dovendo andare al collaudo per l'immatricolazione mi chiedevo se vige l'obbligo di installarle, anche se i veicoli storici sono esenti all'utilizzo quando si circola. Grazie.
Distinti saluti.
Gian Marco Torchi Magi da Latina

Carissimo Romeo, avete mai pensato di aprire un Fan Club? Prima però occupiamoci della tua auto. Mi suona molto strano il fatto che in tutti questi anni nessuno ti abbia mai contestato questa carenza. Questo dato è tra i più controllati sia dalle forze dell’ordine, sia in fase di revisione periodica. Ad ogni modo la risposta è no: non puoi montare ogni tipo di pneumatici. Se possiedi una scheda ASI relativa ai dati tecnici (va benissimo quella usata per la nazionalizzazione), puoi esibirla presso l’Ufficio della Motorizzazione e farti annotare la misura corretta. Diversamente, devi recarti sempre alla Motorizzazione (possibilmente dove il veicolo è stato immatricolato) e controllare se sono stati inseriti a posteriori nel database le misure delle gomme. In entrambi i casi l’aggiunta sarebbe poco più di una formalità. Se però non possiedi la scheda tecnica e nell’archivio statale non risulta alcune menzione, allora potrebbero essere costretti a chiederti una dichiarazione della casa cotruttrice (cosa ovviamente impossibile da produrre). Aggira l’ostacolo chiedendo all’ASI una nuova scheda tecnica e vedrai che tutto si risolverà.

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Cambio i freni, posso farlo?


Domanda

Gentile redazione di AWM, voglio sottoporvi un quesito tecnico prima di fare un acquisto per non pentirmi. Sono proprietario di una Pontiac Catalina del 1966 che ho comprato già targata italiana e mi piacerebbe montare i freni a disco almeno davanti. Ho visto dei kit completi di tutto per la modifica. Mi pare che a richiesta erano anche disponibili all'epoca sul listino Pontiac, ma la mia ha i tamburi sulle quattro ruote come versione standard. La domanda dunque è la seguente: Se dovessi montare uno di questi kit, rendendo anche più sicura l'auto, cosa devo fare per aggiornare il libretto? Se non faccio nessun collaudo posso avere dei problemi se mi ferma la polizia?
Complimenti per la rivista. Cordiali saluti.
Giulio Tiranni- Firenze

Caro Giulio, la tua lettera ci dà occasione per ricordare che non è possibile aggiornare una carta di circolazione che non riporta i dati che vorremmo variare (salvo casi di gancio traino, bullbar, pedane, ecc..). Se nulla è riportato come annotazione relativa all’impianto frenante, allora non si deve effettuare nessun aggiornamento. Sul tuo libretto non dovresti avere nessuna dicitura, dato che stiamo parlando di un sistema di frenata di vecchio stampo. Le annotazioni relative agli impianti frenanti sono state poste successivamente, con servofreni e freni a disco. E’ d’obbligo, sempre e comunque, montare dei kit omologati per il tipo di vettura che si vuole adattare. Inoltre, ti consiglio caldamante di chiedere una certificazione dalla casa costruttrice sulla compatibilità di quell’impianti per il tuo veicolo. Fatto questo, ti raccomanderei di rivolgerti a qualcuno che sia disponibile a rilasciarti una dichiarazione di montaggio a perfetta regola d’arte. Sai com’è, la prudenza non è mai troppa….




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Ultima ora sui veicoli storici e asi


È in discussione al Senato un disegno di legge che ridisegna totalmente le normative sui veicoli di interesse storico-collezionistico. Molta la carne al fuoco, non c’è che dire. Sembra che sia giunta l’ora di riformare le vecchie disposizioni che per lungo tempo sono state tenute in vita ignorando la 'vox populi' invocante a gran voce l’innovazione. E pare proprio che questa sarà una nuova pietra miliare. Dato che ancora nulla è deciso (al momento in cui scriviamo) e che fino all’ultimo possono esserci colpa di manovre importanti, ci limitiamo ad elencare le principali novità che verrebbero introdotte. Anche perchè scendere nei particolari vorrebbe dire togliere spazio ad altre rubriche di AW. La novità più importante e altisonante che saranno considerati veicoli storici quelli che abbiano compiuto 25 anni di età (non più 20!) e siano iscritti ad un registro storico. L’ASI, l’FMI, lo Storico Lancia, Fiat e Alfa Romeo, non saranno più i soli ed unici registri per l’attetazione della storicità e delle caratteristiche costruttive. Si potranno costituire altre Associazioni, a condizioni ben precise sia organizzative che di presenza garantita sul territorio. Ogni anno una Commissione particolare si riunirà entro ottobre per stabilire quali nuovi veicoli tra i 20 e i 25 anni possano avere diritto alla storicità senza aver raggiunto l’età di diritto (25). I veicoli ritenuti storici avranno una targhetta supplementare raffigurante la lettera H (historic), che verrà posizionata a lato della targa posteriore, per dar modo agli organi competenti di ricooscere visivamente un veicolo rispondenti a determinate caratteristiche. A proprie spese, si potranno ripristinare targhe e documenti originali (anche se radiati) ed utilizzarli per la circolazione (i duplicati delle targhe sono una novità assoluta, ma vedremo poi i costi). Penso che abbiate qualcosa su cui riflettere fino al prossimo numero.