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American and Classic Cars Blog



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Ottobre 2013




Abbassare i kw, si può?


Domanda

Buongiorno, sono un vostro affezionato lettore, Vi scrivo per avere informazioni tecniche e burocratiche sui depotenziamenti dei motori di cui sento spesso parlare. Vorrei acquistare una Shelby Gt 500 ma sono spaventato dal costo che dovrò sostenere per bollo, superbollo e assicurazione. Esiste un modo per abbassare i kw pur mantenendo la potenza del motore?
Gianluca – Roma

Caro Gianluca, sarebbe troppo bello pagare l'IMU su un appartamento popolare possedendo invece un super-attico. Se il criterio di imposizione fiscale è proprio la potenza del motore espressa in kilowatt, va da sé che le tasse saranno applicate su quanto dichiarato nei documenti, che devono essere conformi alla dotazione del veicolo. Qualunque variazione tecnica deve essere riportata sulla carta di circolazione, da cui conseguirà un nuovo calcolo relativo alle varie tasse da pagare. Le cose quindi devono andare di pari passo, anche perchè la carta di circolazione serve proprio a certificare i dati tecnici del veicolo. Non bisogna però pensare che la variazione sia solo un discorso documentale. Prima di tutto va verificata la fattibilità tecnica del depotenziamento. Esistono kit ben precisi per diverse tipologie di auto, ma questi non sono stati sviluppati per tutti i veicoli americani. Inoltre, l'installazione del kit deve essere fatta da una officina specializzata che sappia lavorare anche sull'elettronica della macchina. Non per ultimo, la modifica deve poter essere riportata sui documenti dell'auto, ciò significa che l'omologazione del kit di depotenziamento deve già esser stata depositata precedentemente, pena una spesa non indifferente da sostenere per ottenere il primo esemplare omologato (siamo nell'ordine di migliaia e migliaia di euro). Un salasso certamente non affrontabile da un singolo automobilista privato, mentre il discorso potrebbe essere interessante per alcuni operatori professionali, che diverrebbero i detentori dell'omologazione di quel determinato veicolo depotenziato. La verifica dell'esistenza di un kit di depotenziamento, e la presenza della sua omologazione, sono quindi i passi da affrontare in prima battuta. Poi bisogna fare attenzione ai costi che si dovrebbero affrontare. Per un veicolo che arriva dall'America, in fase di immatricolazione tedesca si potrebbe agganciare anche la pratica di depotenziamento; in questo caso ci sarebbe una notevole riduzione di costi. Se invece l'automobile fosse già stata immatricolata in Italia, allora si renderebbe necessaria la radiazione per esportazione con la conseguente doppia immatricolazione Germania – Italia. Va quindi fatto un conto preciso di quali saranno i costi in base anche alla previsione di quanto tempo l'auto rimmarrà in proprietà. Non avrebbe senso infatti sostenere delle spese che non faremmo in tempo ad ammortizzare, con il rischio di trovarci poi un acquirente che di una macchina depotenziata non sa proprio cosa farsene. Lo strumento per abbassare la potenza del motore, è infatti un'arma a doppio taglio: se da una parte permette di risparmiare sulle ingenti (quanto ingiuste) tasse sulle auto potenti, dall'altro lato chi compra una GT 500 è perchè proprio cerca un'emozione quando schiaccia l'acceleratore.
A voi la scelta.

Perdo l'iscrizione ASI?


Domanda

Gentilissima redazione, spero che pubblichiate la mia lettera perchè penso che possa interessare a molti di noi. Il problema che voglio sottoporvi riguarda le auto storiche americane che sono in italia. Io ho una Pontiac Firebird del 71 che ho preso in Germania qualche anno fa. Ho le targhe italiane e la macchina è certificata ASI, ma adesso volevo cambiare alcune cose come i pneumatici, e alcune parti meccaniche. Il mio dubbio era il seguente: se io reimmatricolo la mia macchina in un altro paese e la riporto in Italia con le aggiunte che metto, perderò l'iscrizione ASI o nessuno saprà niente?
Giacomo – Matera

Caro American Driver, i gusti personali non si discutono mai, anche se mi permetto di dirti che sarebbe un vero peccato perdere l'originalità di un'auto mantenuta per anni in ottimo stato. Detto questo, non esiste una normativa che preveda questo caso specifico, anche se sono facilmente ipotizzabili le conseguenze dell'operazione. Di fatto, al momento della modifica si perdono le caratteristiche costruttive di origine, quindi la certificazione ASI decade in automatico, perchè se è vero che nessuno viene a conoscenza di questo intervento, e che il certificato di iscrizione ASI non riporta tutti i dati tecnici dell'auto, è anche vero che la validità del documento ASI è subordinata al mantenimento delle caratteristiche certificate al momento della richiesta di storicità. Pertanto, all'atto della re-immatricolazione in Italia del veicolo, potrai utilizzare nuovamente il tuo certificato di storicità, anche se da un punto di vista della legittimità non sarebbe corretto. A parer mio, è anche fuori luogo pretendere di conservare un attestato che attesti qualcosa che noi stessi abbiamo deciso di cambiare, evidentemente perchè non ci andava bene. Ad ogni modo, sono molti quelli che scelgono di iscrivere il veicolo all'ASI per usufruire di tutti i vantaggi ad esso legati, salvo poi scegliere una strada diversa dalla fedele conservazione. Non è difficile trovare auto riverniciate a tinte imbarazzanti, oppure pompate da carburatori invasivi, e mosse da cerchioni imbarazzanti. La mia non è polemica, ci mancherebbe, ma è soltanto un campione di tanti esempi che possiamo vedere in giro per l'Italia nei diversi raduni. La storicità è un valore da conservare per il bene della propria auto.




Si può cambiare il libretto?


Domanda

Ciao a tutti, volevo chiedere un consiglio a proposito di pneumatici. Sul libretto della mia auto sono riportate delle misure di gomme in pollici come erano segnate sui documenti di importazione (l'auto è stata importata parecchi anni fa). Il problema è che quando mi fermano mi contestano sempre la misura perchè dicono che non è quella riportata sulla gomma. Io faccio presente che si tratta della stessa misura, solo in un altro sistema. Il libretto lo ha fatto la motorizzazione italiana, mica quella di un altro stato, è possibile che chi ha un documento di una motorizzazione si trovi ad avere problemi sulla strada? Non c'è un modo per cambiare il libretto per non essere più contestato?
Francesco G. - Lucca

Caro American Driver, capisco perfettamente il tuo sfogo, più che legittimo. Il problema è molto vasto in ambito nazionale, eppure il Ministero non se ne è mai curato fino in fondo, se non riportando una ristretta casistica riferita ad alcune tipologie di pneumatici, divenuti obsoleti nel 1995. Dal mio punto di vista, la trascuratezza nasce dal fatto che per il legislatore il problema potrebbe non sussitere, dal momento che si presume che le forze dell'ordine siano dotate della tabella CUNA per la conversione delle misure dei pneumatici. In realtà non è così (o meglio, non lo è sempre), e in ogni caso il legislatore molto spesso ignora quelle che sono le realtà pratiche di ciò su cui va a legiferare. Per cui non abbiamo una circolare o una disposizione che dica universalmente come comportarsi per uscire da questo “imbarazzo”, oppure per ribattere le assurde osservazioni dei nostri controllori. La tabella CUNA di cui abbiamo fatto un accenno, è uno strumento validissimo per provare l'equivalenza di due misure espresse in un sistema metrico differente. Ma la pubblica amministrazione è troppo “orgogliosa” per accettare ciò che il cittadino gli fornisce come strumento di valutazione, per cui è difficile il più delle volte aiutare gli organi di Pubblica Sicurezza nel loro lavoro. Rimane a disposizione senza dubbio il buon senso, che in questi casi si può utilizzare in abbondanti dosi. Tenere la tabella CUNA tra i documenti del veicolo, sarebbe cosa buona; sopratutto se riconducibile a qualche fonte attendibile, o scaricata da qualche sito il più possibile vicino al Ministero dei Trasporti. Secondariamente, il consiglio è quello di armarsi di pazienza e provare ad interloquire con alcune Motorizzazioni, esponendo il caso e chiedendo di poter annotare le misure in entrambi i sistemi. In attesa che prima o poi qualcosa venga deciso.