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American and Classic Cars Blog



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Marzo 2009




Divieto di scarico


Domanda

Spettabile American Wheels, voglio ringraziarvi per aver fatto una rivista per noi malati. Non mi perdo mai un numero! Voglio anche farvi una domanda: se dovessi sostituire lo scarico alla mia Mustang del 1970 con uno speciale, dai collettori ai finali, quando andrò alla revisione periodica mi possono contestare la sostituzione? Anche se le auto d’epoca sono esenti da catalizzatore? Grazie in anticipo.
Claudio – Piacenza

Ciao Claudio e grazie per i complimenti. Il catalizzatore è un dispositivo che non può essere presente negli scarichi anni 70, per cui mai possono pretendere che tu ce l'abbia. Viceversa, devono verificare che tu abbia uno scarico omologato, qualunque esso sia, e che rispetti i parametri di rumorosità. Non si può ovviamente pretendere che un veicolo anni 70 mantenga tutta la sua componentistica originale nel tempo, sopratutto se è un'auto regolarmente utilizzata, e quindi soggetta ad usura continua. La regola base in quanto a sostituzioni delle parti meccaniche e non, è sempre quella di non “andare oltre”; tradotto in soldoni, significa non pretendere di applicare accessori tanto particolari o peggio ancora non ammessi (perchè privi di omologazione), in quanto potrebbero causarti problemi di sicurezza e con le forze dell'ordine. Nel caso di veicoli storici come la tua Mustang, il restare più possibili fedeli all'aspetto e alle caratteristiche originale deve quasi essere un obbligo (dal mio punto di vista), ciò non toglie che tu possa mettere anche gli scarichi laterali se lo ritessi opportuno.

Nuove norme, che fare?


Domanda

Gentile redazione di AWM, ho letto nello scorso numero delle nuove leggi per le auto d’epoca. Io vorrei importare un’auto americana, magari una sportiva. Cosa mi consigliate di fare per l’anzianità, visto che passeranno solo quelle con più di 25 anni? Potete dirmi qualcosa in più su questa legge? Chi sarà a rilasciare le schede tecniche? Sempre l’ASI o qualche altra associazione? Mi piacerebbe sapere qualcosa al più presto per comprare la macchina. Salutandovi vi ringrazio e faccio i complimenti per il giornale.
Aldo Razzino – Asti

Grazie a te, caro Aldo, per darci la possibilità di tornare sull'importante argomento trattato nel numero precedente. La definizione di “nuova legge” è un termine ancora improprio, in quanto si tratta di un disegno di legge soggetto a discussione e quindi a modifiche anche sostanziali fino alla sua approvazione. Siamo tutti con le antenne ben alzate per cercare di capire quanto prima le soluzioni che verranno adottate. Al momento si sa soltanto quale sia il disegno di partenza, ma non possiamo garantire che il risultato finale sarà poi lo stesso. Sembra che la storicità venga riconosciuta dopo i 25 anni (e non più a partire dai 20), ma chi avrà già ottenuto l'iscrizione ai registri ASI (requisito fondamentale) non dovrebbe rischiare nulla. Non sappiamo però come si volgerà il discorso per tutti quei veicoli dai 20 ai 25 anni) che avranno già presentato domanda di iscrizione ASI senza aver ancora ottenuto l'attestato alla data di entrata in vigore della legge. E saranno parecchie visti i lunghissimi tempi di Torino. Non possiamo sbilanciarci in una risposta o in una previsione perchè sarà il parere del legislatore a darla. Ovviamente il consiglio che potremmo darti è quello di prendere un'auto di almeno 25 anni. Per quanto riguarda le “alternative” all'Asi, sembrerebbe esserci la “liberalizzazione” della costituzione di nuove associazioni che verrebbero investite di pari poteri (riconoscimenti storicità, rilascio caratteristiche tecniche, ecc....), ma i requisiti sono tutt'altro che semplici: riunire almeno 60 club o scuderie in ambito nazionale, la presenza di sedi o delegati in almeno 10 regioni d'Italia con una esperienza di almeno 3 anni al sostegno della promozione e del sostegno della motorizzazione storica (può voler dire tutto e niente), e il riconoscimento della Federazione Internazionale dei Veicoli di Interesse Storico (niente meno!). Queste per ora le indicazioni che possiamo darti, sperando di esserti stati comunque utili.


Prendo le distanze


Domanda

Caro American Wheels, è bellissimo il lavoro che fate ogni mese. Si vede da come scrivete che siete veramente appassionati. Invio questa lettera per chiedere una cosa tecnica. Sono proprietario di una Camaro del ’78 e per non cambiare i cerchi vorrei montare dei distanziali alle ruote, per togliere quel brutto spazio che c’è tra i passaruota e le gomme. Alcuni miei amici li hanno montati su delle macchine europee e a qualcuno di questi la Polizia gli ha fatto una bella multa, pure con il sequestro del libretto. Mi chiedo e vi chiedo questo: se uno compra dei distanziali omologati rischia ugualmente la multa? Cosa dice la legge in questo senso? Distinti saluti.
Stefano – Andora (SV)

Ciao Stafano, anche tu se ci segui vuol dire che sei appassionato quanto noi. I distanziali non sono ammessi in Italia, in quanto sono dei componenti che modificano la “carreggiata” del veicolo, salvo specifica certificazione rilasciata dalla casa costruttrice e sottoponendo il veicolo al collaudo presso la Motorizzazione Civile. I distanziali infatti rientrano nelle modifiche delle caratteristiche costruttive, e quindi soggette a maggiori e più attenti controlli (come anche la massa complessiva, il numero di assi, il telaio, ecc....) e comunque difficilmente riuscirai a farti rilasciare questo documento per poter fare questa modifica. Per questo motivo sono molto frequenti le sanzioni legate a questo tipo di infrazione.

Swiss import


Domanda

Egregio Sig. Concone, ho notato quante auto americane ci sono in vendita in Svizzera, anche a prezzi interessanti considerando il cambio tra euro e franco svizzero. Non essendo un Paese che fa parte della Comunità Europea come ci si deve regolare per importare un’auto? Le tasse da pagare in percentuale sul prezzo di acquisto sono le stesse degli USA? Dove conviene sdoganare l’auto? Scusi la mia ignoranza in questo campo, ma credo di non essere l’unico a non conoscere bene la prassi. La ringrazio per il tempo che riuscirà a dedicarmi.
Cordiali saluti.
Matteo Tirrone - Barga (LU)

Caro Matteo, abbiamo avuto modo di trattare ampiamente del discorso dogana fin dalle prime uscite di questa rubrica, ma vediamo che l'argomento è sempre “caldo”. Con l'apprezzamento dell'euro sulle altre valute, la convenienza all'acquisto oltre confine si sta accrescendo non soltanto verso gli USA, ma anche nei confronti altri mercati interessanti come la Svizzera e sopratutto l'Inghilterra. La prima cosa da fare quando si acquista un bene di provenienza extra Cee è quella di presentarsi all'Agenzia delle Dogane competente secondo la propria residenza. Occorrerà esibire la documentazione del veicolo e quella di acquisto (fattura o contratto di acquisto) su cui verranno calcolate le imposte anche in base al valore dichiarato del bene. Non ci sono pertanto degli importi fissi, ma aliquote di IVA e dazio (10% di dazio sul valore del bene, e 20 % di IVA sul valore complessivo di bene + dazio). Non esiste sulla carta una dogana di convenienza o un posto dove sia meglio effettuare questo tipo di pratiche. E' come se mi chiedessi in quale Motorizzazione sia meglio nazionalizzare un'auto. Tutti gli uffici dovrebbero seguire procedure standardizzate, sia nelle modalità che nella tempistica. Purtroppo sappiamo che le differenze invece ci sono, ma non possiamo stabilire a priori dove sia più conveniente farlo, e anche se lo sapessimo non potremmo pubblicizzare comportamenti che creerebbero turbative di mercato in ambito nazionale. Una cosa però rimane sicura: senza adempimenti doganali (e IVA pagata), non potrai nazionalizzare la tua auto.